il Tirreno — 19 luglio 2010 pagina 19 sezione: SPORT
LIPSIA. L’Europa del fioretto è ai suoi piedi, per la terza volta in quattro anni. Dopo Gand (2007) e Plovdiv (2009), Andrea Baldini a Lipsia fa saltare nuovamente il banco, con la classe e l’autorità di chi sa di essere il più forte. All’inizio della stagione ci aveva detto: «Quest’anno gli obiettivi prioritari sono Europei e Mondiali». Detto fatto, il primo risultato è stato centrato alla grande: nella rassegna continentale, il campione livornese non ha sbagliato una virgola. Troppo forte. In finale, sotto gli occhi del suo gran maestro e concittadino Paolo Paoletti, per lui quasi un secondo babbo, ha battuto il compagno di nazionale Valerio Aspromonte 15-11, un ragazzone romano ventitreenne, molto promettente. E prima aveva fatto faville costringendo alla resa, senza condizioni, tutta la nazionale russa: negli ottavi Cheremisinov (15-8), nei quarti Sedov (15-5) e in semifinale Renal Ganeev (15-3). Ancora più devastante Baldini era stato nella prima diretta: il francese Joubert, un fiorettista che non è certamente l’ultimo arrivato, era stato umiliato (15-1). «Quando il francesino è sceso dalla pedana e si è avviato verso gli spogliatoi aveva gli occhi lucidi»: parole di babbo Enrico, il primo tifoso di Andrea, che anche questa volta ha fatto le valige ed è andato ad incitarlo a squarciagola sugli spalti. Un Enrico Baldini felicissimo come lo abbiamo sentito poche volte. «Andrea è stato strepitoso. Fra le sue tante vittorie questa è la più limpida. I suoi avversari non si sono visti. Solo Aspromonte nella prima parte della finale lo ha fatto un po’ soffrire, d’altronde era prevedibile, si conoscono benissimo. Andrea però anche questa volta ha dimostrato di essere intelligente: a metà della finale ha cambiato tattica. Il risultato di 8-5 che fino a quel momento pendeva dalla parte di Aspromonte in un paio di minuti è stato completamente ribaltato». Più contenuta, invece, la felicità di Andrea Baldini. Le ragioni, però, in questo caso sono altre. Pochi giorni fa, in un incidente ha perso la vita Nicolò Meringolo, un giovane fiorettista torinese nel giro della Nazionale. Per questo i fiorettisti azzurri hanno tirato con il lutto al braccio. Le prime parole di Andrea sono per l’amico che non c’è più. «Sono contento per la vittoria. La voglio, però, dedicare a Nicolò. Prima di salire in pedana, per ogni assalto, la mente andava a lui. E’ come se fosse stato qui. Per il resto? Ho fatto la mia gara. Probabilmente la chiave di tutto è stata la voglia di vincere e la capacità di reagire nei momenti difficili come quando ero sotto di tre stoccate in finale». Parole al miele, per Baldini, anche dal ct Stefano Cerioni: «La mia soddisfazione è per Andrea. Possiamo dire di aver ritrovato il nostro campione. In cuor mio sapevo che non si era mai perduto. Quest’oro lo aiuterà a ritrovare ancora maggiore autostima». Un pezzetto di questa medaglia - ennesimo trionfo toscano - è anche del maestro della Nazionale e suo personale maestro, al Club Scherma Livorno, Paolo Paoletti. Un uomo che lo ama come un figlio e che nei momenti di difficoltà gli è stato sempre vicino. -
Mario Orsini
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